Prodotto Google che va, prodotto Google che viene
Se siete tra i (non moltissimi) utenti di Google Buzz, l’esperimento social dell’azienda di Mountain View precedente a Google+, dovete prepararvi a fare armi e bagagli e lasciare il vostro account: Google ha infatti annunciato che, nelle prime settimane del 2012, Buzz verrà chiuso, e con lui anche Code Search e Jaiku.
Non credo che di Google Buzz saranno in molti a sentire la mancanza, del resto questo esperimento non ha mai decollato e non è mai stato in grado di competere col colosso Facebook. Oltre che da questa considerazione, la decisione di Google è stata anche dettata dal desiderio di dedicarsi in toto a Google+, che anche se non può ancora vantare i numeri del social di Zuckerberg, ha comunque raggiunto dei risultati più soddisfacenti rispetto a Buzz. Gli utenti attivi in Google+ sono al momento 40 milioni, dato che ne fa il secondo social più usato, dopo Facebook ovviamente. Se Google riuscirà a sorpassare o perlomeno eguagliare Facebook non si può dire, anche se sinceramente sembra un’impresa a dir poco ardua, stando anche a quanto affermato da Steve Yegge, ingegnere software di Google che si è fatto sfuggire alcuni commenti non proprio positivi sul social. Il suo commento, pubblicato proprio su Google+ e, nelle intenzioni dell’autore, destinato solo ad una cerchia ristretta di colleghi, per un errore proprio di Yegge è stato reso pubblico, e ha fatto capire in maniera anche troppo evidente i dubbi di Yegge su Google+, da lui definito come “il primo esempio del nostro completo fallimento nel capire le piattaforme”. Un giudizio duro, mosso dalla consapevolezza dei limiti dello strumento, che secondo Yegge altro non sembra essere che il risultato di una “reazione istintiva” al successo del social di Zuckergerb. Il valore aggiunto di Facebook, che Google+ non ha, sarebbe secondo Yegge il rilascio delle API.
Di diverso avviso è però Larry Page, che si dice invece entusiasta di Google Plus, capace in poco tempo di arrivare ad un numero elevato di utenti. Quel che è certo è che l’azienda di Mountain View, nonostante la chiusura di alcuni suoi servizi, e nonostante le critiche mosse anche dal personale interno ai suoi prodotti, continua a registrare dei dati positivi in termini di fatturato e a presentarsi come fucina di idee e novità, dalle implementazioni riguardanti alcuni dei suoi servizi agli ottimi risultati raggiunti da Google Chrome, che ultimamente ha dato parecchio filo da torcere agli altri browser, fino ad arrivare alle intenzioni per il futuro (pare che si stia mettendo a punto quello che dovrebbe essere l’antagonista di iTunes). Che Google riuscirà a primeggiare anche in campo social? Beh, come si dice in questi casi, parafransando Alessandro Manzoni, ai posteri l’ardua sentenza!

