Each run pushes your reflexes to the limit as https://chickenroad-2.in/ showcases crash gameplay with expanding multipliers and instant outcomes. This fourth installment keeps the same HTML5 simplicity and capped $20,000 prize potential.

Da piccolo collezionavo figurine, oggi colleziono fan indifferenti

Qualcosa si muove dentro la mia coscienza marketiniana  ogni volta che sento la premessa di tante, ma tante, campagne su social media attive in questo momento: “Vai alla nostra pagina Facebook e clicca su Like per partecipare al sorteggio di X”, “Seguici su Twitter e vinci Y”.

La mia è una considerazione che pur essendo ovvia scappa ancora a molte persone, le stesse persone che pensano che un “Like” equivalga ad un “fan” e che sperano ricevere da questi non solo lo stesso grado di interesse ma anche lo stesso livello di profittabilità.

La strategia di cambio di terminologia di Facebook, infatti, è stata giusta. Risulta molto più semplice dire, in ambito social network, “mi piace”, anziché “sono un fan”. Cliccare su un bottoncino per vincere un telefonino? Niente di più semplice e di meno impegnativo. Certamente non sufficiente per farmi ritornare alla pagina fan.

Le campagne sui social dovrebbero invece essere volte ad aumentare i livelli di coinvolgimento degli utenti con il marchio (il social media engagement) e a creare una comunità partecipativa che funzioni in molteplici direzioni.

Le ultime campagne su social media di più successo, cioè che hanno riportato livelli di engagement maggiori, hanno richiesto più dell’iscrizione alla pagina di Facebook. Hanno incentivato gli utenti a compiere delle azioni e a coinvolgersi personalmente con l’azienda. Le campagne, per interessare gli utenti, devono toccare aspetti significativi della loro vita, devono emozionarli o divertirli e devono essere rilevanti, anche se solo per qualche minuto della loro giornata.

Come insistiamo sempre in questo blog, nel web il contenuto è il re, e questo non è diverso per le campagne sui media sociali. In questo senso, le campagne orientate ad un pubblico con interessi particolari sono quelle di più successo. I diversi social network permettono infatti di profilare gli utenti in base a queste preferenze e focalizzare le nostre iniziative, quindi perché continuiamo a spendere tempo e soldi in azioni mainstream orientate esclusivamente ad aumentare il numero di Like?

Perché non centrarsi invece nell’osservare il valore reale dei follower? Penso che questo sia possibile solo attraverso obiettivi di conversione prefissati e misurabili. Possiamo esaminare ad esempio, come e quanto gli utenti interagiscono con noi, se condividono con i loro amici i nostri post, se gli argomenti che trattiamo sono di loro interesse e il numero di Like su ogni nostra pubblicazione. Oltre ad essere indicatori facilmente misurabili, sono anche più validi per valutare la nostra strategia di social media, precisamente per essere vincolati ad aspetti di engagement.

Voi cosa ne pensate? C’è effettivamente, secondo voi, un’ossessione nelle aziende per avere sempre più Like per il solo motivo di averli?

Alba

Chiedici come possiamo aiutarti a migliorare il tuo business

Via Marco Polo 19/A – 35020 Albignasego (PD)

Tel: 049 2700374