Twitter: termometro della felicità e dell’infelicità globale?
Se una rondine non fa primavera, un cinguettio potrebbe però riflettere l’umore e la felicità globali. È quanto emergerebbe da uno studio effettuato da una equipe di matematici della Vermont University, che ha cercato di capire lo stato d’animo dell’umanità basandosi sui cinguettii lasciati dagli utenti di twitter.
Ecco come si è svolto lo studio: dai 4,6 miliardi di messaggi lasciati sul social network dai circa 63 milioni di utenti sparsi nel mondo in 33 mesi, il team di studiosi ha estrapolato alcune parole ritenute rilevanti per capire l’umore globale, quali “risate”, “felicità”, “terroristi” e “avidità”. Ad ognuna di queste parole è stato poi assegnato un determinato punteggio, e si è cercato quindi di misurare in modo matematico la nostra felicità. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PlosOne, e non si può dire che siano incoraggianti: l’osservazione dei tweet rivelerebbe infatti che, negli ultimi 2 anni, il nostro grado di felicità è calato considerevolmente, soprattutto se si considerano gli utenti americani. A minare la serenità degli utilizzatori di twitter, quindi di un campione significativo, sarebbero stati i tanti eventi negativi che si sono susseguiti negli ultimi tempi, dalla recessione al terremoto in Giappone.
Uno studio simile, effettuato in precedenza dai ricercatori della Cornwell University di New York e pubblicato sulla rivista Science, avrebbe invece dimostrato come il nostro umore cambi a seconda del momento della giornata, e anche in questo caso è stato Twitter ad agire da termometro delle nostre emozioni e stati d’animo. In particolare, i ricercatori impegnati in questo studio hanno potuto notare come al mattino si è solitamente abbastanza positivi, ma nel corso della giornata l’umore peggiora gradualmente.
Twitter e tutti gli altri social network, essendo ormai utilizzati da una grande fetta della popolazione, possono quindi aiutarci a capire qualcosa in più della nostra società e degli stati d’animo delle persone, anche se quando si decide di fare un’indagine sulla felicità e l’infelicità delle persone è necessario rendersi conto che non stiamo parlando di una scienza esatta, e per questo non si può pretendere di trovare e dare delle risposte assolute. Qualcuno potrebbe obiettare, per esempio, che spesso i social network rappresentano un mezzo perfetto per sfogarsi quando qualcosa di negativo ci colpisce, e che quindi il fatto che i tweet di molte persone siano pieni di termini negativi non sia necessariamente indice di un’infelicità dilagante. Del resto Foscolo già molto tempo prima dell’avvento di Twitter aveva capito che “se le sventure raggravano il carico della vita, noi corriamo a farne parte a qualche infelice”, mentre “se lampeggia qualche momento di felicità, noi ci concentriamo tutti in noi stessi, temendo che la nostra ventura possa, partecipandosi, diminuirsi; o l’orgoglio nostro soltanto ci consiglia a menarne trionfo”.
Foscolo a parte, è comunque innegabile che il periodo in cui viviamo non sia dei migliori, e che un certo malcontento ostentato sul web sia più che plausibile. Come al solito, in conclusione, sta a noi raccogliere i dati che sondaggi e studi come questi ci possono dare cercando però di valutarli e interpretarli con la nostra testa!