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La conoscenza “surfata” ai tempi di internet

Uno dei maggiori vantaggi portati dalla diffusione di internet è sicuramente quello di avere a disposizione, in tempo reale, una miriade di informazioni diverse, riguardanti gli argomenti più disparati.

Ricordo, per esempio, che fino a non moltissimo tempo fa (ok ok, fra pochi mesi compirò 30 anni, ma non sono poi così vecchia :-P) se volevo avere i testi delle canzoni dei miei gruppi preferiti dovevo sperare nella magnanimità di alcune riviste che li pubblicavano in apposite rubriche (sembra preistoria ma fino a qualche anno fa si faceva, e in certi casi si fa ancora), o se dovevo fare una ricerca su uno scrittore contemporaneo – troppo contemporaneo per riempire le pagine di enciclopedie ed antologie – l’unica speranza era quella di trovare, in qualche rivista messa previdentemente e fortunosamente da parte, una recensione o un’intervista allo scrittore in questione. Adesso invece basta fare una ricerca in internet per trovare delle informazioni più o meno soddisfacenti.

Il mio lavoro stesso, senza la caterva di informazioni che si trovano in rete, non sarebbe neanche lontanamente pensabile: in una sola giornata mi può infatti capitare di scrivere articoli per clienti che fanno ponteggi, che vendono strumenti musicali o che si occupano di infortunistica stradale, tanto per fare qualche esempio, e senza l’aiuto della rete, che mi permette di reperire informazioni praticamente su tutto, e in tempo reale, di sicuro non potrei farcela.

Fantastico, moltissime informazioni a disposizione di tutti, e su tutto lo scibile umano. E allora cosa ci manca? Di cosa abbiamo ancora bisogno? Grazie ad internet abbiamo imparato ad informarci su tutti gli argomenti possibili ed immaginabili, basta digitare una voce ed ecco che niente ha più segreti: possiamo sapere qualche cosina di tutto. Ed ecco dove sta il piccolo inghippo: questo qualche “cosina”. In altre parole, sembra quasi che la nostra mente, anche grazie ad internet, si sia abituata sì ad immagazzinare piccole quantità di informazioni su diversi argomenti, ma abbia quasi perso la capacità, o perlomeno la tendenza, ad approfondire.

surfing the web

Come spiegato da Baricco nel saggio I Barbari, il termine “surfing”, usato in inglese per indicare la navigazione in internet, spiega egregiamente come la nostra mente, e il nostro modo di ricercare informazioni, sia mutato negli ultimi tempi. Il surf è infatti un mezzo veloce, che può spaziare su un’ampia superficie, ma che appunto in superficie rimane. D’altra parte è anche logico che sia così, se ci si pensa bene: il potere di apprendimento delle nostre menti in fondo non è illimitato, e sembra dunque necessario fare una scelta tra avere delle conoscenze approfonditissime, ma su poche selezionate materie, o piuttosto sapere qualcosa di tutto senza andare –quasi- mai troppo in profondità. Non è detto che una scelta sia migliore dell’altra (anche se ognuno chiaramente può farsi la sua idea), ma è interessante pensare a come la nostra forma mentis sia cambiata, in questi anni, parallelamente al cambiamento dei mezzi che abbiamo a disposizione per reperire informazioni ed aumentare le nostre conoscenze.

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