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12 Marzo 2012 Giornata Mondiale Contro La Censura su Internet

Questa settimana mi è capitato di sentire alla radio una notizia che mi ha lasciato perplessa e che mi ha fatto riflettere, quindi la vorrei condividere con voi.

I recenti fatti di politica internazionale infatti hanno dimostrato come in alcuni Paesi la libertà di espressione sia un privilegio non concesso universalmente da alcuni regimi politici o comunque ostacolato da associazioni terroristiche o gruppi religiosi; proprio l’altroieri 12 marzo era la ricorrenza della Giornata Mondiale contro la Censura su Internet e sono stati resi pubblici dei dati a mio avviso allarmanti, che mai avrei ritenuto possibili nel 2012.

In occasione di questa ricorrenza così importante l’associazione no profit Reporters Sans Frontières ha stilato, come ogni anno, una classifica dei Paesi più a rischio a livello di libertà giornalistica nel web, denominata “Nemici di Internet”.

In testa alla classifica nera si trovano l’Arabia Saudita, il Bahrein, Belarus, Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Iran, Uzbekistan, Siria, Turkmenistan e Turchia, mentre degli Stati sotto stretta osservazione –perché a rischio censura- fanno parte Australia, Corea del Sud, Egitto, Emirati Arabi uniti, Eritrea, Francia, India, Kazakistan, Malasia, Russia, Sri Lanka, Thailandia, Tunisia e Turchia.

L’unico Paese Europeo nella lista è la Francia che, benché Paese democratico, è sotto controllo -così come l’Australia – per via della presenza, tanto nella legislazione di Parigi quanto in quella di Sydney, di leggi considerate liberticide; la legge francese chiamata Hadopi infatti, nascondendosi dietro al pretesto del copyright, prevede che le forze di polizia abbiano il potere di indagare sulle abitudini di navigazione dei liberi cittadini.

Il 2011 è stato un anno particolarmente duro per quanto riguarda la cybercensura nel mondo, assolutamente senza precedenti e con un aumento del 30% rispetto al 2010: l’anno scorso infatti sono stati uccisi 11 giornalisti (di cui 5 cybercittadini), 153 i giornalisti imprigionati e 120 i cyberdissidenti, per un totale di oltre 200 persone detenute per motivi direttamente collegabili alla censura.

Questo sensibile aumento di censure dimostrate (i dati infatti si riferiscono esclusivamente a casi le cui cause siano state chiaramente collegate ad episodi di censura ai danni di giornalisti o di cybercittadini) è spiegato dal fatto che nel 2011 i cybercittadini, così come i giornalisti, si sono esposti in prima linea nel web per tentare di limitare la censura, in particolare per quanto riguarda i cambiamenti politici che hanno riguardato il mondo arabo; il web infatti è stato il canale principale per veicolare la Proteste dellaPrimavera Araba.

Le forme di cybercensura sono principalmente quelle di rimozione di tutti quei contenuti ritenuti dannosi o contrari alla politica dello stato, da parte degli Stati stessi.
In occasione di una ricorrenza tanto importante e di un’annata più che mai nera per la cyber libertà, l’agenzia parigina JWT ha ideato un sito temporaneo, cybertag.net, pensato come strumento per gli utilizzatori della rete che vogliano lasciare dei messaggi sulle “facciate virtuali” delle ambasciate dei primi 10 Paesi definiti come “Nemici di Internet” da RSF.

L’idea per il sito è nata da uno slogan, realmente scritto dagli attivisti di RSF sulla facciata dell’Ambasciata Siriana a Parigi a Maggio 2011 in occasione di una protesta contro la libertà d’espressione e di informazioni in Siria, stato che all’epoca non permetteva nemmeno ai giornalisti stranieri di entrare nel Paese; lo slogan, in francese, recitava “C’est l’encre qui doit coule pas le sang” ovvero Deve scorrere inchiostro non sangue, un azzeccato gioco di parole usato per sostenere la libertà di informazione e di espressione online.

Il sito è stato lanciato la mattina del 12 Marzo per permettere ai cyber utenti di condividere informazioni, fatti e prove riguardanti la violazione della libertà di informazione online nei Paesi segnalati.

E voi cosa ne pensate di iniziative di questo tipo? Postate la vostra opinione!

Serena Rigato

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