Sulle fotocamere, YouTube, gli schermi e gli Smashing Pumpkins
Da tempo ormai, quando si assiste ad un concerto, non si può non notare il mare di fotocamere, telecamere e telefonini che riprendono e fotografano lo spettacolo. Lontani sono i tempi dei miei primi concerti, quando lo spettro del sequestro di macchinette fotografiche non autorizzate paventato sul retro del biglietto d’ingresso agiva da deterrente e mi persuadeva ad acquistare una fotocamera usa e getta per evitare di vedermi sequestrare la mia – vecchissima – macchinetta, con i risultati che si possono immaginare: foto sfuocate, fatte perlopiù senza flash e quindi praticamente inguardabili e così via.
In pochi lustri la situazione è proprio cambiata: senza il pericolo di vedersi sottrarre i propri aggeggi tecnologici con l’unica colpa di aver scattato delle foto non autorizzate (cosa che sarebbe impossibile considerando che praticamente tutti – esclusa la sottoscritta e pochi altri – possiedono telefonini in grado di scattare foto e registrare video con una buona risoluzione), tutti possono conservare le immagini più belle di un concerto memorabile e, cosa ancora più importante, caricare tutto su YouTube.
Tale riflessione da vecchia signora dell’anteguerra mi è sorta spontanea la scorsa settimana, mentre assistevo al concerto degli Smashing Pumpkins (per restare in tema dei bei tempi andati). Concerto bellissimo, tra l’altro, ma non divaghiamo: seduto di fronte a me (sì ero seduta, non ho più l’eta per il pogo e il fisico in realtà non ce l’ho mai avuto :-P) c’era un ragazzo che per tutto il tempo del concerto, e sottolineo tutto il tempo, telecamera alla mano e sguardo fisso sullo schermo, ha ripreso ogni singolo momento del concerto, guardando il cantante Billy Corgan e i suoi comprimari esclusivamente attraverso uno schermo. E dire che ce li aveva a pochi metri di distanza.
Ora, io capisco tutto, capisco anche che forse sono io che non sono altamente tecnologica, come capisco che quando cala il sipario su un concerto particolarmente intenso la prima cosa che vorresti fare è rivederlo e riviverlo, ma se non l’hai vissuto la prima volta, come fai a viverlo una seconda volta? È la stessa cosa che accade nei musei, dove davanti alle opere più famose – ma non solo – trovi masnade di persone armate di macchinette fotografiche che senza guardare con i propri occhi l’opera in questione riprendono e fotografano tutto in modo compulsivo, senza godersi il momento in cui i tuoi occhi si posano su un quadro, una statua o così via.
Forse siamo così abituati a fissare schermi su schermi, dalla mattina alla sera e in tutti gli ambiti della nostra vita, che ci siamo dimenticati che ci sono anche altri modi di guardare. Sì, avete ragione, è un discorso un po’ da nostalgici, ma concedetemelo ancora per un po’, dopo aver fatto un tuffo a ritroso nella mia adolescenza, solo sette giorni fa!
Detto ciò, lungi dal voler demonizzare tutto ciò che è tecnologico e moderno, e anzi inchinandomi umilmente al cospetto di Internet e di YouTube, spero davvero che il sacrificio di quel singolare tizio del concerto che non si è goduto lo spettacolo dal vivo non resti vano, e che riversi tutto su YouTube consentendomi di rivedere una delle performance più belle cui ho assistito quest’anno.

